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Frottage, assemblage e video, per riflettere sull’identità dell’oggetto e dell’uomo, in bilico tra passato presente e futuro: il progetto di Andrea Mastrovito a Buenos Aires
Atterrato a Buenos Aires lo scorso 16 settembre, in occasione del progetto “ON AIR – Argentina- Italia Art Residency”, nato dalla collaborazione tra la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e la Fundación PROA di Buenos Aires come strumento di valorizzazione del potenziale artistico dei due Paesi, Andrea Mastrovito presenta “YO LO VI”, progetto espositivo che fonde video, disegno e assemblage.
Andrea Mastrovito, Tristes presentimientos de lo que ha de acontecer, acto I e acto II, dimensioni ambientali, matita litografica su mobili e infissi di recupero, frottage a matita su carta, veduta dell’installazione presso il PROA21 di Buenos Aires, 2 0 22. Courtesy dell’artista e Fundacion Proa. Photo Credit: Jorge MinioVincitore del premio Italian Council 2019, Mastrovito lavora stabilmente da circa un decennio a New York, dove sono stati presentati alcuni dei suoi progetti più interessanti, tra cui “NYsferatu – Symphony of a Century” (2017), al Queens Museum. È nella metropoli statunitense che l’artista bergamasco ha sperimentato le tecniche che oggi costituiscono il nucleo della sua ricerca – frottage, disegno, animazione, assemblage, performance – ed è lì che ha origine l’idea che ispira la mostra argentina, dove si ritrova l’esperienza del recupero di oggetti dalla strada. Sedie, comodini, cassettiere e televisori sono disposti lungo le pareti del PROA21, il nuovo spazio espositivo della Fundación Proa, inaugurato nel 2018, tra loro collegati dal filo conduttore dell’opera, il disegno.
Andrea Mastrovito, Tristes presentimientos de lo que ha de acontecer, acto II, dimensioni ambientali, frottage a matita su carta, veduta dell’installazione presso il PROA21 di Buenos Aires, 2022. Courtesy dell’artista e Fundacion Proa. Photo Credit: Jorge MinioA simulare un’estesa discarica di rifiuti, l’universo iconografico di Mastrovito decora ante e sportelli con personaggi dalle teste deformate, spesso mascherate, che mostrano la volontà di tracciare una linea di congiunzione tra passato e presente. A tal proposito, l’artista, in un’intervista pubblicata sul sito della Fundación, dichiara: «Questa idea è rafforzata da un lato con figure di teste, che si ritrovano tra i mobili, a forma conica come simbolo di ignoranza, non viste in modo negativo ma in relazione al non sapere dove stiamo andando; e dall’altro con maschere e copricapi che rimandano alle origini. In qualche modo questa installazione si riferisce all’essere umano che si autodistrugge sempre, fin dall’inizio, muta e quindi si comporta come una perdita».
Andrea Mastrovito, Tristes presentimientos de lo que ha de acontecer, acto II, dimensioni ambientali, frottage a matita su carta, veduta dell’installazione presso il PROA21 di Buenos Aires, 2022. Courtesy dell’artista e Fundacion Proa. Photo Credit: Jorge MinioÈ nella riflessione sul tempo, sugli effetti del suo passaggio, che si ritrova il significato della mostra, un senso di malinconia che pervade le opere esposte e che si rende più evidente in quello che viene descritto come secondo atto dell’installazione, i circa 2mila frottage di oggetti di uso comune, di cui rimane solo lo scheletro, fossili della società contemporanea.
Andrea Mastrovito, Tristes presentimientos de lo que ha de acontecer, acto I, dettaglio. Courtesy dell’artista e Fundacion Proa. Photo Credit: Jorge MinioIl titolo dell’installazione, Tristes Presentimientos de lo que ha de acontecer, fa riferimento alla prima tavola de I Disastri della Guerra di Francisco Goya, che Mastrovito ricorda come un grande maestro e fonte di ispirazione. «Il riferimento a I Disastri della Guerra allude al primo giornalista grafico della storia, Francisco Goya, che disegna ciò che vede. L’artista è colui che mette insieme i pezzi che trova, anche se in spazi diversi, in modo che abbiano un significato, un nuovo significato. Ed essenzialmente è quello che sto facendo con i mobili».
Andrea Mastrovito, Tristes presentimientos de lo que ha de acontecer, acto I, dettaglio. Courtesy dell’artista e Fundacion Proa. Photo Credit: Ananda RigoniallerLa volontà dell’artista di tracciare un percorso coerente è evidente, poi, nel concept della mostra, che accoglie il visitatore all’ingresso con l’opera su lavagna incisa Zero Casualties V ed è conclusa dal già citato lungometraggio animato NYsferatu – Symphony of a Century, opere che permettono al visitatore di comprendere appieno la poetica dell’artista.
Andrea Mastrovito, NYsferatu – Symphony of a Century, lungometraggio animato, dur: 66 minuti, 2017, veduta dell’allestimento presso il PROA21 di Buenos Aires, 2022. Courtesy dell’artista e More Art, NY. Photo Credit: Jorge Minio.Si intitola YO LO VI il progetto espositivo in corso fino al 7 novembre al PROA21 di Buenos Aires che vede protagonista Andrea Mastrovito (Bergamo, 1978), frutto di un periodo di residenza che l’artista italiano ha condotto dallo scorso settembre in un palazzo (divenuto suo laboratorio) del quartiere di La Boca della capitale argentina. La Boca, nella metà dell’Ottocento, è stato il primo quartiere di Buenos Aires a diventare insediamento di italiani, storia questa che ha influenzato il lavoro di Mastrovito, immergendosi in una sorta di viaggio nel tempo attraverso il disegno, medium da sempre utilizzato dall’artista per indagare la realtà, per dare vita a esiti che vanno oltre la bidimensionalità del disegno stesso. La mostra si sviluppa negli spazi del PROA21 attraverso un’installazione di oltre 15 metri: ispirandosi al titolo della prima tavola de I Disastri della Guerra di Francisco Goya, Tristes Presentimientos de lo que ha de acontecer, l’artista utilizza il disegno come collante di un assemblage realizzato con mobili e infissi trovati per le strade di Buenos Aires, per poi sfociare in frottages di oggetti di uso comune. “Qui il disegno, da sempre utilizzato da Mastrovito come strumento di comprensione del mondo e della realtà, prende forma e, spingendosi verso la terza dimensione, si traduce in scultura”. Ecco le immagini della mostra.
Desirée Maida
Buenos Aires // fino al 7 novembre 2022
Fundación Proa
Av. Pedro de Mendoza 1929 y Caminito La Boca
www.proa.org